Apre al pubblico sabato 11 novembre nelle sale del Museo Civico di Storia naturale di Comiso la mostra Viaggio nella Storia Naturale. Mammiferi degli Iblei…ma non solo, iniziativa direttamente promossa dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana.
L’esposizione costituisce un ampliamento della Sezione Zoologica del Museo dedicata ai vertebrati, soprattutto ai mammiferi siciliani e in particolare alle specie presenti nell’area Iblea che vivono in prossimità degli ambienti collinari ma anche in pianura, fino al mare, come il caso della Foca monaca, diffusa una volta anche lungo le nostre coste, di cui il museo possiede un esemplare della fine del 1800. Queste collezioni, un patrimonio ancora inedito al pubblico, per la loro grande biodiversità, hanno una grande valenza culturale e desteranno nei visitatori notevole curiosità.
La Mostra, articolata in quattro sezioni suddivise per argomento, riguarderà i Mammiferi Insettivori, i Chirotteri, i Roditori, gli Artiodattili e i Carnivori.
La prima è dedicata alle specie estinte e presenta diverse specie di Mammiferi estinti di grande e media taglia come il Lupo e la Lontra e testimonia la passata abbondanza di alcune di queste specie in Sicilia. In particolare, la Lontra, di cui il museo possiede un esemplare ottocentesco, era diffusa nella Sicilia orientale. Sono sette invece gli esemplari siciliani di Lupo presenti nelle collezioni zoologiche d’Italia e comunque provenienti tutti dalla Sicilia occidentale, ma altri due esemplari di Lupi ancora inediti, l’ottavo e il nono, rinvenuti nel territorio ragusano alla fine del 1800, sono conservati nel Museo di Comiso e rappresentano l’unica testimonianza dei Lupi della Sicilia orientale. Diversi autori dell’epoca parlano della presenza di questa specie, confermata anche da un canto popolare e di numerosi altri riferimenti al lupo raccolti da Giuseppe Pitrè nel 1889 negli Iblei.
La seconda sezione è dedicata alle specie viventi rare e comuni tra le quali sono da ricordare i Chirotteri, i micromammiferi (Mustiolo, Crocidura, Arvicola di Savi, Ghiro, Quercino, ecc.), l’istrice, il Coniglio appartenente alla sottospecie iblea (Oryctolagus cuniculus Huxley), la Lepre, la Volpe, la Martora e il raro Gatto selvatico. La Foca monaca (Monachus monachus) ha giocato un ruolo importante nella cultura dei popoli rivieraschi del Mediterraneo. Ciò è testimoniato in Sicilia dai numerosi toponimi legati a questo animale nonché dal fatto che esso costituiva alimento delle popolazioni preistoriche mesolitiche. Un esemplare di Monachus monachus dei primi del 1800, è conservato al Museo di Comiso.
La terza sezione della mostra è dedicata alle specie introdotte. In Sicilia e nelle piccole isole circumsiciliane sono presenti in totale 23 specie di mammiferi (Chirotteri esclusi), due dei quali, il Toporagno mediterraneo a Pantelleria e il Muflone a Marettimo (introdotto), si ritrovano esclusivamente nelle piccole isole. In questi ultimi decenni però la ricchezza specifica della fauna a mammi feri siciliana si è accresciuta a causa dell’azione dell’uomo, che ha introdotto oltre al già citato muflone anche il cinghiale, il daino e la nutria, presenti questi ultimi lungo la valle del Fiume Irminio.
La Sicilia ha la maggiore ricchezza specifica di mammiferi tra tutte le isole del Mediterraneo e la serie d’introduzioni recenti non è una novità, vista la particolare natura dell’isola, di grande estensione, vicina al continente, popolata fin dagli albori della storia e pertanto interessata da notevoli scambi e traffici che da sempre hanno causato rimaneggiamenti faunistici ed introduzioni volontarie o involontarie di mammiferi. La presenza di specie introdotte (cinghiale, daino, nutria) pone poi problemi di gestione delle popolazioni che andrebbero accuratamente analizzati per verificare il loro impatto sulle biocenosi animali.
La quarta sezione, infine, è dedicata alle specie di mammiferi di capre selvatiche delle isole mediterranee e ai trofei di antilopi africane. In mostra tre collezioni, in particolare l’importante Collezione “Flavio Fagotto di Siracusa”, che riguardante diversi trofei (skull-cap) appartenenti a diverse specie di antilopi africane e raccolti intorno agli anni 1970-1975 in Somalia. Sono stati oggetto di diverse pubblicazioni scientifiche, ma mai esposte in pubblico. Un’altra esposizione inedita, riguarderà la Collezione “Federico Ciani” e “Marco Masseti” con l’esposizione di trofei (skull-cap) di diversi esemplari di Egagro (Capra aegagrus) delle isole mediterranee, a loro trattazione evolutiva insulare, nonché l’esposizione di un esemplare tassidermizzato di Egagro dell’Isola della Galite (Tunisia), estintosi nell’omonima isola nei primi del 1900 a causa della caccia indiscriminata legata alla costruzione del faro.